UN LIBRO IN SEI DOMANDE
Alzheimer, badanti, caregiver e altre creature leggendarie

Continua la rubrica UN LIBRO IN SEI DOMANDE.
Scegliamo libri significativi che trattano di anziani e di problematiche ad essi collegate e chiederemo agli autori di presentare la propria opera rispondendo brevemente a sei semplici domande, sempre le stesse, che possano dare un’idea del loro lavoro.
Creare cultura sul mondo degli anziani passa anche dal tempo dedicato a leggere, studiare, approfondire tanta ricchezza che già esiste, senza fermarsi a slogan superficiali o a esperienze soltanto emotive.
Proponiamo oggi “ALZHEIMER, BADANTI, CAREGIVER E ALTRE CREATURE LEGGENDARIE” di Eleonora Belloni, psicoterapeuta e formatrice di Padova.
1. PERCHE’ HA SCRITTO QUESTO LIBRO?
La stragrande maggioranza delle persone con demenza è assistita all’interno delle mura domestiche da un familiare, sempre più spesso affiancato da un’assistente (comunemente definita “badante”). In entrambi i casi la cura è svolta principalmente da donne e richiede ingenti costi in termini economici, fisici e psicologici. A seguito di diversi anni di ricerca applicata con familiari e badanti, attraverso questo libro ho voluto restituire voce e dignità a un’esperienza estremamente complessa e totalizzante; una pratica che culturalmente diamo ancora molto per scontata, relegandola alla vita privata delle famiglie. Offrire degli strumenti concreti di comprensione della malattia e della relazione con la persona con demenza significa anche abbattere il muro di isolamento e pregiudizi che ancora accompagnano questa malattia.
2. PER CHI HA SCRITTO QUESTO LIBRO?
Il libro si rivolge a familiari e assistenti che cercano delle mappe per orientarsi in questo mondo inesplorato, così da averne meno paura e mantenere una relazione significativa con la persona malata. Il libro si rivolge anche ai professionisti che lavorano con le demenze e che ricercano uno sguardo multidisciplinare alla cura di questa malattia. Nel libro, infatti, si esplorano le demenze attraverso tre diverse lenti che le intendono come deasese (modello medico), sickness (aspetti socio-culturali) e illness (il punto di vista delle persone direttamente coinvolte). In quest’ottica si passa dal “gestire l’ammalato” al “prendersi cura della persona malata”.
3. CHE COSA POTREBBE INVOGLIARE UN POTENZIALE LETTORE A LEGGERLO OGGI STESSO?
Si tratta di un saggio divulgativo, quindi l’interesse del lettore è sollecitato da un percorso in cui teoria, ricerca, esempi pratici ed esperienza vissuta s’intrecciano e si sostengono continuamente. Questo libro vuole infatti proporsi come alternativa alla dicotomia che spesso s’incontra tra i volumi che trattano di demenze: da un lato letture iperspecializzate rivolte solo agli addetti ai lavori, dall’altro testimonianze di vita estremamente emotive che rischiano però di lasciare il lettore disarmato, se non sono comprese in una cornice di senso più ampia che offra anche strumenti d’azione.
4. CHE COSA TEME CHE NON POSSA ESSERE CAPITO FINO IN FONDO PERCHE’ MOLTO INNOVATIVO O INUSUALE?
L’aspetto innovativo sta nel confronto critico tra le voci dei principali caregiver (familiari e badanti) per analizzare quali orizzonti di senso e quali criticità possano emergere dalla condivisione di un’esperienza così intensa. Le narrazioni sono infatti esposte all’interno di una cornice più ampia, che espone con metodo e rigore le principali teorie scientifiche di riferimento. Ad ogni modo sono certa che lo stile divulgativo del volume lo renda accessibile a qualsiasi lettore.
5. FRA DIECI ANNI LE FAREBBE PIACERE SE QUALCUNO CHE HA LETTO IL LIBRO LE DICESSE…
“Sai Eleonora, il tuo libro mi è stato utile 10 anni fa, ma ora possiamo considerarlo anacronistico: viviamo in una società amica delle persone con demenza e dal momento della diagnosi le famiglie sono informate e accompagnate in questo cammino… Finalmente la cura della demenza è un affare pubblico e se ne parla apertamente!”
6. UNA CITAZIONE DAL LIBRO CHE RITIENE MOLTO SIGNIFICATIVA
Lascio le parole di una badante intervistata, alle quali sono molto affezionata e che ci ricordano quanto la cura passi attraverso una reciprocità di sguardi. In questo caso è la stessa anziana malata che creativamente si sottrae agli stereotipi e così cerca di salvaguardare la propria e altrui dignità di persona:
«La figlia della signora parlava con sua madre: “Mamma, stai qua con la badante!”, e la mamma ha detto: “No, io non ho la badante”, “E cos’è Danila per te?” “È la mia donna di compagnia”. E per me è stato bello, perché non mi considera una serva» (Danila, assistente).
Titolo: Alzheimer, badanti, caregiver e altre creature leggendarie
Autore: Eleonora Belloni
Editore: Il Pensiero Scientifico Editore
Disponibile online a questo link: https://pensiero.it/catalogo/libri/pubblico/alzheimer-badanti-caregiver-e-altre-creature-leggendarie