UN LIBRO IN SEI DOMANDE
Il viaggio come strumento di animazione

Nuovo appuntamento con UN LIBRO IN SEI DOMANDE.
Scegliamo libri significativi che trattano di anziani e di problematiche ad essi collegate e chiederemo agli autori di presentare la propria opera rispondendo brevemente a sei semplici domande, sempre le stesse, che possano dare un’idea del loro lavoro.
Creare cultura sul mondo degli anziani, delle persone affette da demenza e di chi si prende cura di loro passa anche dal tempo dedicato a leggere, studiare, approfondire tanta ricchezza che già esiste, senza fermarsi a slogan superficiali o a esperienze soltanto emotive.
Fare animazione è solo scovare e mettere in atto delle attività ben organizzate? O forse ciò che più conta è lo stile? Donatella Basso, presentandoci una articolata proposta di attività animativa utilizzando il tema del viaggio ci stimola ad andare alla radice del concetto stesso di animazione.
Il libro che ci stimola oggi infatti è “IL VIAGGIO VCOME STRUMENTO DI ANIMAZIONE. Una proposta di intervento nei centri per anziani“, scritto da Donatella Basso, psicologa, psicoterapeuta e formatrice che da anni si occupa attivamente di anziani, di persone affette da demenza e dei loro familiari proponendo percorsi e collaborando con numerose associazioni.
Anche a lei abbiamo chiesto di rispondere alle nostre sei domande per aiutarci a intuire la ricchezza del suo testo
- 1. PERCHÈ HAI SCRITTO QUESTO LIBRO?
Con i volontari avevamo trovato uno strumento efficace per coinvolgere i presenti nelle attività di animazione del sabato. Le persone volevano dire la loro, raccontare di sé, farsi conoscere e riconoscere, così com’era ancora possibile. Per la riuscita degli incontri avevamo bisogno di loro, dei loro ricordi. Ho pensato che questa esperienza poteva essere di aiuto ad altri ma descriverla non mi pareva sufficiente. Per essere davvero utile il libro avrebbe dovuto proporre passo per passo alcuni incontri di animazione fornendo anche i materiali necessari. Desideravo che diventasse un piccolo manuale e invitasse a sperimentare l’animazione come attività Capacitante, secondo il metodo di Vigorelli.
- 2. PER CHI HAI SCRITTO QUESTO LIBRO?
Inizialmente, ho pensato agli operatori della Case di Riposo e al mondo del volontariato: persone straordinarie che dedicano il loro tempo spesso in situazione molto difficili. Non sempre hanno preparazione adeguata e strumenti di aiuto. Ho pensato anche ai giovani che intrattengono gli anziani in parrocchie o altri luoghi di incontro, in alcuni Centri Diurni. Volevo offrire uno strumento capace di trasformare i momenti di animazione da un “trascorrere il tempo” al “vivere il tempo portando alla luce qualcosa di sé”. Con mia sorpresa, il libro è entrato nella bibliografia di alcuni corsi di educatori professionali. Anche qualche familiare e qualche assistente alla persona vi hanno trovato spunti interessanti per coinvolgere il proprio assistito.
- 3. CHE COSA POTREBBE INVOGLIARE UN POTENZIALE LETTORE A LEGGERLO OGGI STESSO?
È un libro che offre spunti pratici, suggerimenti su come organizzare l’attività, sui dettagli cui bisogna fare attenzione quando si ha a che fare con persone spesso non autosufficienti, o quando si opera in ambiente istituzionalizzato. Inoltre, offre gratuitamente i materiali. Potrebbe anche soddisfare la curiosità di conoscere un po’ di più il significato della parola animazione: cos’è e da quando ce ne siamo occupati. Mi hanno piacevolmente sorpreso le parole di un libraio ad un convegno a Milano qualche anno fa: “Tutti testi di questo genere dovrebbero proporre l’etimologia della parola come ha fatto lei”.
- 4. CHE COSA TEMI CHE NON POSSA ESSERE CAPITO FINO IN FONDO PERCHÉ MOLTO INNOVATIVO O INUSUALE?
Temo che riproporre lo schema, avere molto materiale, possa sfavorire la capacità di improvvisare, di seguire i bisogni di chi si ha di fronte. Non è importante finire il programma che avevamo preparato ma aver davvero dato vita e significato al momento che abbiamo condiviso. Dopo aver organizzato l’incontro con impegno, non è facile a volte buttare all’aria certe cose per dare spazio alle scelte e ai bisogni altrui. Questa consapevolezza, secondo me, non è da dare per scontata. So che non è facile lasciarsi stimolare dalla persona anziana, quando crediamo di essere là per stimolarla.
- 5. FRA DIECI ANNI TI FAREBBE PIACERE SE QUALCUNO CHE HA LETTO IL LIBRO DICESSE…
In primo luogo che gli è stato utile, che vi ha trovato suggerimenti preziosi. Poi, mi piacerebbe che qualcuno dicesse di aver conosciuto meglio una persona, di aver scoperto qualcosa che era rimasto sempre in ombra proprio quando pensava che non ci fosse più nulla, ormai. Una cosa del tipo: Non avrei mai detto che quell’anziano…
- 6. UNA CITAZIONE DAL LIBRO CHE RITENETE MOLTO SIGNIFICATIVA:
Mi fa piacere riportare una volta di più le parole di una persona anziana che, a conclusione di un incontro, disse: –Avete fatto bene le cose, anche se siamo vecchi.
Titolo: Il viaggio come strumento di animazione. Una proposta di intervento nei centri per anziani.
Autore: Donatella Basso
Editore: FrancoAngeli
Disponibile online a questo link: https://www.francoangeli.it/Ricerca/scheda_libro.aspx?Id=21736