SUPERARE L’INDIFFERENZA: LE TERAPIE NON FARMACOLOGICHE

L’indifferenza nei confronti di chi è affetto da malattia di Alzheimer o altre demenze non è solo il non prendere in considerazione: è anche, letteralmente, l’in-differenza, il non fare differenze tra le persone e trattarle tutte allo stesso modo, mettendo i protocolli o le nostre abilità prima delle persone e della loro unicità.
Le terapie non farmacologiche in quest’ottica possono diventare un prezioso strumento di cura se intese nel loro significato più profondo, ma se non intese correttamente e utilizzate in modo strumentale o banalizzante nascondono anche molte ambiguità.
In questo intervento, tenuto alla giornata “Demenza: oltre il silenzio e l’indifferenza” organizzata a Chieri il nello scorso ottobre, provo a dare qualche indicazione che credo utile.

Perchè se è vero che il silenzio fa male, è vero anche che le parole dette tanto per dire fanno ancora più male e abbiamo tutti la responsabilità di dare contenuto alle nostre proposte. E’ una sfida culturale molto profonda, che invade il tema delle demenze ma lo supera in tantissimi campi: sarebbe meglio che di temi così importanti parlasse solo chi ha davvero qualcosa da dire e da condividere.
Dare il loro peso e il loro significato alle terapie non farmacologiche aprirebbe strade anche là dove sembra di non trovare spazio per prendersi cura in modo efficace.
Possiamo provare tutti a prendere sul serio la sfida.